Geremia 23, 15-29 (30-32)
Perciò così parla il Signore degli eserciti riguardo ai profeti: «Ecco, io farò loro mangiare assenzio, e farò loro bere acqua avvelenata; poiché dai profeti di Gerusalemme l'empietà si è sparsa per tutto il paese».
Così parla il Signore degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano; essi vi nutrono di cose vane; vi espongono le visioni del proprio cuore, e non ciò che proviene dalla bocca del Signore. Dicono a quelli che mi disprezzano: "Il Signore ha detto: 'Avrete pace'; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore: 'Nessun male vi colpirà'". Infatti chi ha assistito al consiglio del Signore, chi ha visto, chi ha udito la sua parola? Chi ha prestato orecchio alla sua parola e l'ha udita? Ecco, la tempesta del Signore, il furore scoppia, la tempesta scroscia, scroscia sul capo degli empi. L'ira del Signore non si placherà, finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore; negli ultimi giorni, lo capirete appieno. Io non ho mandato quei profeti; ed essi corrono; io non ho parlato a loro, ed essi profetizzano. Se avessero assistito al mio consiglio, avrebbero fatto udire le mie parole al mio popolo; li avrebbero distolti dalla loro cattiva via e dalla malvagità delle loro azioni. Sono io soltanto un Dio da vicino», dice il Signore, «e non un Dio da lontano? Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto in modo che io non lo veda?», dice il Signore.
«Io non riempio forse il cielo e la terra?», dice il Signore. «Io ho udito ciò che dico - no i profeti che profetizzano menzogne nel mio nome, dicendo: "Ho avuto un sogno! ho avuto un sogno!" Fino a quando durerà questo? Hanno essi in mente, questi profeti che profetizzano menzogne, questi profeti dell'inganno del loro cuore, pensano forse di far dimenticare il mio nome al mio popolo con i loro sogni che si raccontano l'un l'altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal? Il profeta che ha avuto un sogno, racconti il sogno; colui che ha udito la mia parola, riferisca la mia parola fedelmente. Che ha da fare la paglia con il frumento?», dice il Signore. «La mia parola non è forse come un fuoco», dice il Signore, «e come un martello che spezza il sasso?»
Un pensiero dalla predicazione
Ogni giorno abbiamo mille motivi per ascoltare la Parola di Dio, eppure spesso siamo noi stessi a rifiutarla, ma capita anche che, proprio perché pensiamo di sapere ciò di cui abbiamo bisogno e conosciamo le risposte che Dio deve darci, non ci preoccupiamo neanche di ricercare un dialogo con Lui, con la sua Parola.
Geremia ci parla esattamente della stessa cosa: profeti che parlano in nome di Dio cercando di soddisfare le attese del popolo, un popolo che ricerca pace e sicurezza e chiede a Dio di confermare i propri progetti; profeti che non hanno dubbi su quale possa essere la parola di Dio per loro, e un popolo che non desidera altro, perché è un annuncio buono per loro: “Avrete pace, nessun male vi colpirà”. Ma non è questo il messaggio di Dio per il suo popolo; la sua benevolenza ci è data e ci raggiunge per fede, perché la Parola di Dio è una parola che agisce e cambia la vita di chi ascolta, non si limita a ritoccare quello che non va, lo rinnova. È una Parola che cancella le nostre certezze per sostituirle con quelle di Dio. Noi abbiamo bisogno di questa Parola, della Parola. Non della parola dei profeti che profetizzano sogni falsi e non sono mandati da Dio e non ci recano alcun giovamento.
Come dirà sette secoli dopo Geremia l’apostolo Paolo: "Così la fede viene da ciò che si ascolta,e ciò che si ascolta viene dalla parola di Dio".