Culto 02/06/2019 - Settima del tempo di Pasqua

di Ruggero Marchetti pubblicato il 02/06/2019 23:24:20 in culto 381

Ezechiele 37, 1 - 14

La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d'ossa. Mi fece passare presso di esse, tutt'attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche.

Mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io risposi: «Signore, Dio, tu lo sai». Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di' loro: "Ossa secche, ascoltate la parola del Signore! Così dice Dio, il Signore, a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il Signore"».

Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre. Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito. Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e di' allo Spirito: "Così parla Dio, il Signore: Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!"».

Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. Egli mi disse: «Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi dicono: "Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!". Perciò, profetizza e di' loro: "Così parla Dio, il Signore: Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d'Israele. Voi conoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il Signore, ho parlato e ho messo la cosa in atto, dice il Signore"».

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article Il testo di Ezechiele è una similitudine, è come una parabola. Il profeta narra una sua visione, non un evento storico. In realtà, nel suo tempo, nessuno è mai risorto. Ma questo sogno di liberazione espresso con l'immagine di una risurrezione mai avvenuta, pure dirige la nostra attesa e la nostra speranza alla vera risurrezione che Dio realizzerà, ancora e sempre nella forza del suo Spirito.

Riandiamo alle parole dell'angelo della tomba vuota alle donne: “Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; è stato risuscitato; non è qui! ... Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea...” (cfr Marco 16, 6-7 ). È l'evangelo della risurrezione. E non solo della risurrezione di Gesù. Come quel formidabile “Rivivrete!” di Dio sulla bocca di Ezechiele, e il “venire dai quattro venti dello Spirito” su Israele ridotto ad “ossa secche”, sono stati per gli uomini e le donne del popolo di Dio l’annuncio della liberazione dal sepolcro della loro disperazione per essere rigenerati alla speranza, così la risurrezione di Gesù è stata la primizia della risurrezione dei suoi discepoli e delle sue discepole che già autorizzava in loro la speranza. Sì, come Israele era spiritualmente morto al suo Dio, così erano morti nell’anima e nel cuore anche Pietro e le donne e tutti gli altri. Erano entrati con lui a Gerusalemme convinti che Gesù fosse il Messia che si avviava a prendere possesso del suo regno. Speravano nella sua vittoria sui potenti e i poteri del mondo. E invece c'era stata la cattura, e il Sinedrio e Pilato, e la condanna. C'era stata la croce, c'era stata la morte... E quella morte l'avevano vissuta come l'abbandono di Dio, il suo giudizio e la sua maledizione non solo su Gesù, ma anche su loro che avevano creduto in lui, e sulle loro speranze. Poi, quell'annuncio che abbiamo riascoltato. È la risurrezione, non più simbolica come in Ezechiele ma, come dicevo prima, stavolta “vera”, fisica: un corpo morto, colmato dallo Spirito e richiamato a vivere.

E Gesù “il crocifisso ora risuscitato” non rimarrà da solo. È il “primogenito dei morti” (Apocalisse 1,5)... è la rivelazione della divinità di Dio che sconfigge la morte, una volta per tutte e una volta per tutti. Sì, la risurrezione di Gesù è per i suoi discepoli stupefatti e rinati alla speranza, la conferma che la promessa di Dio, “Voi rivivrete!”, si compirà per loro e per tutti e tutte.

Si compirà per noi. Lo Spirito di Dio soffierà anche per noi, e come ha liberato Gesù dai lacci della morte, così farà per noi che abbiamo fede in lui. Come ha detto l'apostolo Paolo: “dimorerà” in noi e “vivificherà anche i nostri corpi mortali”.

Veramente, questo tempo fra Pasqua e Pentecoste che ormai volge al suo termine, è il tempo dello “Spirito di vita”, che ha operato la risurrezione di Gesù e opererà la nostra.


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