Culto 28/04/2019 - Seconda del tempo di Pasqua

di Davide Ollearo pubblicato il 28/04/2019 23:01:08 in culto 411

Giovanni 20, 24– 29

Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».

Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article Tommaso non ci casca. Lui avrà pur sentito i suoi colleghi discepoli dire che il Signore Gesù è risorto, ma risorto realmente; avrà pur ricordato che Gesù stesso aveva annunciato quello che gli sarebbe successo, compreso il suo meraviglioso ritorno dal mondo della morte. Ma non è un illuso, non permette a una notizia troppo buona per sembrare vera di instillargli false speranze, di fargli perdere di vista la realtà (triste!) delle cose. Tommaso è una persona concreta; Gesù è risorto? Per carità, sarebbe bellissimo, ma Tommaso sa bene che è più probabile che si avveri una brutta notizia di una bella e quella della resurrezione è senz'altro bellissima, ma sarà mai reale?

Tommaso vuole prove, risposte; Tommaso non ha nulla in contrario ad avere fiducia, ma vuole qualche riscontro. Ma allora Tommaso siamo noi! Eppure il Dio in cui crede Tommaso, in Dio in cui crediamo noi prende sul serio i nostri dubbi, ci viene incontro. Gesù non rimprovera il discepolo incredulo, ma lo accoglie. Gesù dà dignità alle perplessità del discepolo. Ma Gesù innanzi tutto dona la fede; non la richiede come se dovesse essere una nostra conquista, ma la dona per grazia. Gesù risorto ci incontra, nella realtà della nostra vita.


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