Culto 07/04/2019 - Giornata della Legalità

di Ruggero Marchetti pubblicato il 07/04/2019 23:21:46 in culto 373

Salmo 73

Certo, Dio è buono verso Israele, verso quelli che sono puri di cuore. Ma quasi inciamparono i miei piedi; poco mancò che i miei passi non scivolassero. Poiché invidiavo i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi. Poiché per loro non vi sono dolori, il loro corpo è sano e ben nutrito. Non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini

( . . . )

. . . pure, io resto sempre con te; tu m'hai preso per la mano destra; mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella gloria. Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te. La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno. Poiché, ecco, quelli che s'allontanano da te periranno; tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona. Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio; io ho fatto del Signore, di Dio, il mio rifugio, per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article Questo salmo attribuito ad Asaf ci mette davanti la realtà della nostra vita umana, in cui il bene e il male sono spesso mescolati, ed in cui molto spesso il bene non trionfa, e le cose non arrivano ad una soluzione. Così qui coloro che questo salmo definisce “prepotenti” e “malvagi”, persone senza fede e senza scrupoli, fanno i loro affari, sovente “opachi”, spadroneggiano, hanno e fanno fortuna, e spesso godono anche di un’ottima salute. Insomma, come dice il salmista: “Non sono tribolati come gli altri mortali”.

Il guaio è che la gente si lascia impressionare dal successo di questi “senza-scrupoli”, li guarda con invidia e un po’ di ammirazione, e assume verso di loro un atteggiamento servile ed un po’ adulatore; nota ancora il salmista: “Il popolo si volge dalla loro parte e beve abbondantemente alla loro sorgente”. Alle loro fortune si aggiunge anche quella di passare come dei maestri di vita…

Ma non tutti sono così sprovveduti. C’è anche chi intuisce che in questo andamento delle cose si nasconde un problema; riflette e si domanda, con un giusto turbamento: “Com’è possibile che Dio sappia ogni cosa, che vi sia conoscenza nell’Altissimo?”. È l’enorme problema del potere che il male sembra esercitare sulla terra, che poi è anche, da sempre, il problema di Dio, attualissimo e antichissimo: se Dio c’è, non dovrebbe permettere o per lo meno dovrebbe a un certo punto dire basta a questa fortuna basata sulla disonestà, al successo fondato sull’inganno. Invece, lascia fare. E se per molti, soprattutto oggi, Dio non c’è, non esiste; o se esiste non conta, è proprio perché non impedisce il male… E se questo forse spiega il gran numero di atei e di agnostici del nostro tempo, chi invece continua a credere in lui nonostante la presenza e la forza del male, non può non porsi questo problema del “lasciar fare” di Dio, del suo non intervento. Un problema tanto più acuto, quanto più devi renderti conto che, mentre i furbi prosperano, tante troppe volte gli onesti non fanno altro che incontrare prove, difficoltà, veri e propri fallimenti nel loro lavoro e nella loro vita. È l’esperienza che anche Asaf ha fatto: “Ecco, costoro sono empi; eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze. Invano dunque ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell'innocenza! Poiché sono colpito ogni giorno e il mio tormento si rinnova ogni mattina”.

Ma ecco la svolta. “Ho voluto riflettere per comprendere questo”, dice ancora Asaf, “ma la cosa mi è parsa molto ardua, finché non sono entrato nel santuario di Dio”. Cioè, “finché non mi sono messo a pregare”. E quando preghi avviene questo piccolo grande miracolo, che impari a considerare le cose dal punto di vista di Dio. Ed allora comprendi quello che fino a quel momento non avevi compreso. E sarà come un destarsi dal sonno… o meglio, come se Dio si destasse dal sonno: “Come avviene d'un sogno quando uno si sveglia, così tu, Signore, quando ti desterai, disprezzerai la loro vana apparenza”.


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