Culto 24/03/2019 - Terza tempo di Passione - Oculi

di Ruggero Marchetti pubblicato il 24/03/2019 22:57:24 in culto 442

L'anziano al carissimo Gaio, che io amo nella verità. Carissimo, io prego che in ogni cosa tu prosperi e goda buona salute, come prospera l'anima tua. Mi sono rallegrato molto quando sono venuti alcuni fratelli che hanno reso testimonianza della verità che è in te, del modo in cui tu cammini nella verità. Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità. Carissimo, tu agisci fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, per di più stranieri. Questi hanno reso testimonianza del tuo amore, davanti alla chiesa; e farai bene a provvedere al loro viaggio in modo degno di Dio; perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza prender niente dai pagani. Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone, per collaborare in favore della verità.

Ho scritto qualcosa alla chiesa; ma Diotrefe, che aspira ad avere il primato tra di loro, non ci riceve. Perciò, se vengo, io ricorderò le opere che fa, sparlando contro di noi con parole maligne; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli impedisce di farlo, e li caccia fuori dalla chiesa Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha visto Dio.

Demetrio è stata resa testimonianza da tutti e dalla stessa verità; e anche noi gli rendiamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è vera. Avrei molte cose da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. Poiché spero di vederti presto, e allora parleremo a voce.

La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici a uno a uno.

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article Questa breve lettera, poco più di un biglietto, che l'Anziano a cui noi diamo nome Giovanni, ha indirizzato a Gaio, anche se è entrata a fare parte del Nuovo Testamento, conserva un suo bel carattere privato, una sua intimità. È lo scritto confidenziale di un amico a un amico. E noi oggi, leggendola, abbiamo potuto respirare l'aria pura e limpida, alla quale forse non siamo più molto abituati, di un'amicizia vera e insieme forte.

Perché l'amicizia che lega fra loro l’autore e il destinatario della Terza Giovanni, è nata e vive e continua a alimentarsi della “verità”. Sì, l'Anziano e Gaio - e con loro Demetrio, che l'Anziano nomina alla fine della lettera per rendergli testimonianza - sono “nella verità”, e non hanno paura a dichiararlo.

A noi questo fa difficoltà. Oggi siamo tutti e tutte un po' impauriti dalla parola “verità”. Se ne è abusato e se ne abusa troppo per lasciarci tranquilli. Così, quando sentiamo qualcuno rivendicare per sé la “verità”, noi drizziamo le antenne, diventiamo sospettosi. Temiamo, spesso a ragione, che sia in realtà una maniera per affermare se stessi e la propria parte e squalificare chi ha un’opinione diversa. Perché è chiaro che se io ho la verità e tu la pensi diversamente da me, tu sbagli, sei in errore e vai corretto, se non proprio punito. Insomma, la rivendicazione del possesso della “verità” sa tanto, troppo, di arma di potere. Così, abbastanza spesso noi Valdesi, quando qualcuno ci chiede cos'è la “verità”, subito ci affanniamo a precisare che, per carità!, noi non la possediamo, la verità; semmai ne siamo sempre alla ricerca; oppure è un'altra risposta che ci piace dare: “Non siamo noi che possediamo la verità, ma è lei che ci possiede”. Una bella frase... Se qualcuno di voi sa dirmi cosa significa, per favore, me lo spieghi...

Diversamente da noi, l'Anziano, Gaio, Demetrio, non hanno alcun problema a rivendicare per se stessi "la verità".

Ma che cos'è per loro "la verità"? Non è un'ortodossia né nulla di teorico. La verità è Gesù: la sua vita, che per noi si fa sequela: una via da percorrere, un cammino da fare dietro a lui. Non a caso due volte, prima in riferimento a Gaio, poi parlando dei suoi "figli" nella fede, l'Anziano fa ricorso all’espressione: "camminare nella verità".

E non soltanto qui. Prima di questo breve scritto, l'Anziano è stato lo straordinario autore delle altre due lettere che chiamiamo la Prima e la Seconda Giovanni; e nella Prima a un certo punto dice: "Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui deve camminare come egli ha camminato" (1 Gv 2,5b-6). E poiché Gesù ha vissuto la sua vita come dono d'amore, "camminare nella sua verità" è, appunto, un "camminare dell'amore".

Sì, "l'amore". Che non a caso, con "verità", è la parola più ripetuta in questo breve scritto, e non a caso spesso come verbo, il verbo "amare", perché l'amore innanzitutto lo si vive, lo si pratica, oppure resta solo una parola...


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