Culto 30/12/2018 - 1° dopo Natale

di Ruggero Marchetti pubblicato il 30/12/2018 23:08:42 in culto 362

Matteo 2 , 13 – 23

Dopo che (i magi) furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico, perché Erode sta cercando il bambino per farlo morire”. Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre e si ritirò in Egitto. Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: “Fuori dall’Egitto chiamai mio figlio”. Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai magi. Allora si adempì quello che era stato detto per bocca del profeta Geremia: “Un grido si è udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata, perché non sono più”.

Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: “Alzati, prendi il bambino e sua madre, e va’ nel paese d’Israele, perché sono morti coloro che cercavano di uccidere il bambino”. Egli, alzatosi, prese il bambino e sua madre, e rientrò nel paese d’Israele. Ma udito che in Giudea regnava Archelao al posto di Erode suo padre, ebbe paura di andare là e, avvertito in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato “Nazareno”.

Un pensiero dalla predicazione

Abbiamo letto nel vangelo di Matteo, il racconto degli eventi che hanno fatto seguito alla nascita di Gesù e alla visita dei magi. E, nostro malgrado, ci siamo resi conto che i vangeli dell’infanzia non sono solo poesia, delicatezza e gioia, ma risuonano anchedi violenze e di gemiti, e fracasso e paure, almeno come i telegiornali che siamo spesso tentati di non vedere perché ci fanno star male: abbiamo udito il furore di Erode, beffato dai magi, il racconto del massacro dei neonati di Betlemme; la fuga in Egitto di Giuseppe e dei suoi; e poi, dopo la morte di quel vecchio terribile re, il loro ritorno nella terra di Israele… e ancora la paura, che la fa andare a vivere lontano, in Galilea, perché al posto d’Erode c’è suo figlio Archelao, un pazzo sanguinario peggiore di suo padre.

Il massacro dei bambini di Betlemme, la morte del tiranno, la divisione del suo regno tra i figli: ecco gli avvenimenti che erano l’attualità di cui parlava la gente, per le strade e al mercato. E chi invece ha parlato di quella coppia e del loro bambino che si sono messi in viaggio nella notte, verso il lontano Egitto? E chi ha parlato del loro ritorno qualche anno più tardi? Nessuno. Quella partenza e quel ritorno si sono decisi nel segreto di un sogno, nell'intimità di una parola sussurrata da un angelo di Dio. E cosa c’è di più inavvertibile e di contestabile di una voce nel sonno? E tuttavia la Bibbia ci parla di quel sogno e ancora prima di molti altri sognatori (Abramo, Giacobbe, il primo Giuseppe, Samuele, Davide, Isaia e gli altri profeti) a cui il Signore s’è rivolto dolcemente, ma anche con una forza tale che si son messi in moto, hanno percorso la via che Egli indicava loro senza tenere conto di ciò che colpiva e entusiasmava e terrorizzava il mondo attorno a loro. Hanno ignorato il mondo, quei sognatori, e spesso sono stati ignorati dal mondo; ma proprio in questo modo, con la loro obbedienza silenziosa a una parola appena mormorata, hanno cambiato il mondo!

Sì, il sogno del “nostro” Giuseppe, il viaggio con sua moglie e il suo bambino, sono stati un “dettaglio” secondario rispetto a ciò di cui si parlava in quel tempo; per riprendere l’espressione “il giorno delle piccole cose” che era nel testo di Zaccaria che abbiamo letto, si è trattato di una “piccola cosa”… Figurarsi: da una parte Erode il Grande e la sua corte e la sua ira e il suo potere, e dall'altra Giuseppe, sua moglie, il loro bimbo e un somarello… Di chi volete si parlasse allora?

Ma oggi siamo qui per quel bambino che l’asino portava con sua madre nel buio della notte. Siamo qui per Gesù, non per Erode! E in questi giorni abbiamo ricordato la nascita di Gesù, non quella di Erode! Perché Dio cambia la storia con le “piccole cose”… agisce nei dettagli… Da Abramo in poi è stata la sua scelta. E è ancora la sua scelta.

Ci sono tanti eventi che riempiono le cronache e la storia, colpiscono e emozionano… fanno felice o irritano la pubblica opinione… Ma se noi non cerchiamo Dio nelle “piccole cose”, rischiamo proprio di passargli accanto senza trovarlo.


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