Marco 1 , 32 – 37
Poi, fattosi sera, quando il sole fu tramontato, gli condussero tutti i malati e gli indemoniati; tutta la città era radunata alla porta. Egli ne guarì molti che soffrivano di diverse malattie, e scacciò molti demòni e non permetteva loro di parlare, perché lo conoscevano.
Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava. Simone e quelli che erano con lui si misero a cercarlo; e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano".
Un pensiero dalla predicazione
Forse potremmo dire che la grande differenza fra il mondo e la chiesa alla fine è proprio questa: il mondo cerca Dio dove Dio non c’è, e così non lo trova e adora gli idoli; la chiesa cerca Dio sapendo dove deve e può essere trovato.
Ma non abbiamo molto da rallegrarci né molto di cui vantarci.
Perché mentre esprimiamo questo auto-riconoscimento, non può non venirci alla mente l’altra affermazione che abbiamo anch'essa definita vera: “Non c'è nessuno che cerchi Dio”.
Per chi è vera questa frase? Temo sia particolarmente vera proprio per noi. Temo che un grave giudizio penda sulla vita delle chiese, sulla vita dei credenti, della cosiddetta “gente religiosa”. Perché diversamente dagli irreligiosi e dagli atei, che in questo sono più religiosi di noi, noi non vibriamo più della passione della ricerca… non cerchiamo più né Dio. Siamo convinti di averlo già trovato, in qualche modo di averlo nella tasca… Così siamo tranquilli ed appagati, e spesso ci sentiamo superiori e giudichiamo gli altri, ad esempio, chi non viene più in chiesa come noi…
Corriamo sempre il rischio che anche questo tempo benedetto dell’Avvento sia per noi un’abitudine che ritorna ogni anno. La parola evangelica che ha aperto il nostro culto e questa predicazione: “Rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”… com'è che la viviamo? Chi di noi solleva veramente la sua testa e si mette in attesa del Signore che viene, chi aguzza il proprio sguardo alla ricerca di Dio?