Culto 25/11/2018 - Ultima domenica anno liturgico o dell'eternità

di Ruggero Marchetti pubblicato il 25/11/2018 22:20:10 in culto 392

Apocalisse 1 , 1 – 8

Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni. Egli ha attestato come parola di Dio e testimonianza di Gesù Cristo tutto ciò che ha visto.

Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!

Giovanni, alle sette chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che sono davanti al suo trono e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen. «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente».

Un pensiero dalla predicazione

"Rivelazione di Gesù Cristo, che gli fu data da Dio, affinché mostrasse ai suoi servi le cose che debbono accadere fra breve". Così s'è aperto questo libro, e noi capiamo subito che non è stato scritto per solleticare la curiosità degli amanti dell'arcano o dei cultori delle profezie sulla fine del mondo. L'Apocalisse si rivolge “ai servi”, a chi deve servire il Signore, e chiede d'essere ascoltata e ricevuta nell'impegno e nella riconoscenza della fede. "Beato" - è la prima delle sette beatitudini del libro - “chi legge e chi ascolta le parole di questa profezia e mette in pratica ciò che in essa è scritto”

Insomma, questo sto è un libro che esige l'obbedienza. E l'obbedienza a cui sono chiamati "i servi" delle chiese è la “testimonianza”, che nel greco dell’Apocalisse vuol dire anche “martirio”. Chi legge queste righe deve testimoniare senza cedimenti alla paura che, come poi verrà detto,"la regalità del mondo è passata al Signore e al suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli” (cfr Apocalisse 11,15).

Certo, questa testimonianza che proclama chi è il solo vero Signore di ogni cosa e che così ridimensiona ogni altro potere, provocherà la reazione feroce di tutti coloro che nel mondo esercitano il potere, scatenerà ogni piccolo e grande “Cesare”, a cominciare dall’Imperatore romano. E anzi, la reazione c'è già stata: ha colpito e colpisce la chiesa, e crea i suoi martiri. Come abbiamo visto, lo stesso Giovanni è stato strappato via alle sue comunità e confinato a Patmos "a motivo della testimonianza di Gesù”; e come si legge nel messaggio alla chiesa di Pergamo, un membro di quella comunità "Antipa, il testimone (il martire) fedele, è stato messo a morte" (cfr 2,13). Del resto, rimane sempre vera quella parola di Gesù che dice: "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Giovanni 15,20): chi rende la sua testimonianza al Crocifisso, non può non avviarsi anche lui sulla via della croce.

Su questo punto, l'Apocalisse, difficile e oscura per definizione, non è per niente difficile né oscura: la testimonianza di Gesù conduce alla sofferenza: “Babilonia la grande prostituta”, qui il simbolo del potere di Roma, s'inebrierà del sangue di coloro che appartengono al Signore (cfr 17,6). Ma in questo si vedrà "la pazienza e la fede dei santi", di chi davvero è fedele al suo Dio (cfr 13.10).

Ecco allora: il Dio dell'Apocalisse chiama "i suoi servi " ad un'obbedienza che sovente significa sofferenza, sangue, morte... Ma - siamo nel paradosso della fede – questa chiamata provoca in coloro a cui è rivolta gioia e pace: è vera beatitudine e dono di libertà! Perché chi crede e serve è libero. Libero dal doversi inchinare davanti ai re e ai potenti della terra, perché sa che in Cristo, "il Re dei re", anche lui è "re e sacerdote per l'Iddio e Padre suo". Servi e liberi, dunque. Perseguitati e re! Questa è la condizione strana e inebriante, dei credenti dell'Apocalisse. È l'opera possente e misteriosa del "vento di Dio” che irrompe giù dal cielo spalancato.


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