Culto 30/08/2020 - Tredicesimadopo la Pentecoste

di Ruggero Marchetti pubblicato il 29/08/2020 23:41:41 in culto 434

1 Corinzi 3, 9 – 17

Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù. Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco.

Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi.

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article L ’immagine del “ tempio di Dio” che alla fine della pagina di oggi compare quasi all'improvviso sotto la penna dell’Apostolo, segna un salto di qualità rispetto alle altre immagini del campo e dell'edificio. Il “ tempio di Dio” infatti, non è un edificio qualsiasi. Non possiamo non pensare al “ tempio di Gerusalemme” , al luogo per eccellenza della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Adesso (questo è quel che P aolo ha in mente quando dice: “ Voi siete il tempio di Dio”) il luogo della dimora di Dio non solo in Israele ma nel mondo intero è la chiesa che ha Gesù come suo fondamento. È infatti nella chiesa che si compie la promessa del nuovo tempio “ non costruito da mani d'uomo” che è Gesù Cristo (ricordate, nel v angelo di Giovanni 2, 19 ss., le parole di Gesù dopo la purificazione del tempio: “Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere”, e come l'evangelista poi precisa: “ Egli parlava del tempio del suo corpo”?).

E come il tempio di Gerusalemme stava elevato in cima al Monte Sion ben visibile a tutti, come a dire a chi lo vedeva anche da molto lontano: “Qui Dio ti aspetta”, così la chiesa deve essere visibile a tutti come la primizia della nuova creazione. Per questo Paolo aggiunge “Voi siete il tempio di Dio, e lo Spirito di Dio abita in voi”. Sì, in noi dimora quel medesimo “ Spirito” che “ al principio aleggiava sulla superficie delle acque”, mediante il quale Dio ha creato l’universo, e che ora è presente nel cuore della chiesa e opera e garantisce che è già in atto l'atteso compimento universale dei tempi e di ogni cosa.

Così la chiesa è creatura e serva del suo Signore. E Dio veglia su di lei, o meglio, si identifica con lei: chi infatti attenta alla chiesa, attenta alla santità stessa di Dio. E questo è qualcosa di tremendo e porta con sé conseguenze altrettanto tremende, e Paolo non ha paura a ricordarlo. L'abbiamo ascoltato: “ Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui”.

A chi si riferisce qui l'A postolo? Non tanto ai cattivi costruttori che continuano male il lavoro sul fondamento già posto: abbiamo visto che essi, sia pure non senza angoscia e pericolo, alla fine “ saranno salvati” come “ tizzoni sottratti all'incendio” (cfr A mos 4,11; Zaccaria 3,2); Paolo qui sta pensando a chi ha osato intaccare il fondamento stesso della chiesa, e cioè G esù Cristo. Non fa nomi, ma chiaramente è molto preoccupato per i personalismi in voga a Corinto, perché è chiaro che se tu dici: “ Io sono di Apollo, o di Cefa, o di Paolo”, il rischio è proprio quello che A pollo, Cefa, Paolo prendano nel tuo cuore e nel tuo gruppo il posto che invece spetta solo a Cristo.

Insomma, non soltanto i predicatori dovranno comunque render conto del loro operato, ma anche la chiesa deve essere sempre consapevole della sua responsabilità: non deve mai permettere che la sua unità venga distrutta da personalismi, conflitti, divisioni.

Pensando ai tanti personalismi e ai tanti conflitti che avvelenano e intristiscono molte nostre comunità, questo ammonimento dell'A postolo è purtroppo di piena attualità. A noi rendercene conto e pregare e operare di conseguenza, provando tutti a specchiarci e a confrontarci con quella parola del Signore Gesù nel v angelo di Giovanni, che dovremmo sempre avere ben presente: “ Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (13,35).

Il pastore


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