Culto 30/09/2018 - 19° dopo Pentecoste

di Ruggero Marchetti pubblicato il 30/09/2018 22:30:29 in culto 338

Marco 12 , 28 - 34

Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: «Qual è il più importante di tutti i comandamenti ?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi».

Lo scriba gli disse: «Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all'infuori di lui non ce n'è alcun altro; e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l'intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come sé stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto con intelligenza, gli disse: «Tu non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno osava più interrogarlo.

Un pensiero dalla predicazione

Lo scriba ha assistito ai precedenti incontri fra Gesù e coloro che volevano insidiarlo, e è rimasto ammirato dalla tranquilla forza con cui di volta in volta Gesù ha smascherato la falsità di chi voleva insidiarlo. Così, gli fa lui una domanda. Questa volta è la domanda sincera di chi vuole imparare da un maestro che stima, di cui vuole conoscere il cuore del pensiero e dell’impostazione di fede: “Cosa per te è davvero importante nella legge di Dio?”. È questo infatti il senso di quel “Qual è il più importante di tutti i comandamenti ?”, con cui il nostro scriba si è rivolto a Gesù, e che dà il via al dialogo fra loro.

Gesù cita semplicemente la preghiera dello Shemah, quell'”Ascolta, Israele” di Deuteronomio 6 che tutti gli ebrei devoti ripetevano la mattina e la sera, come la benedizione che apriva e chiudeva la giornata. Qui allora afferma innanzi tutto, in piena concordanza con la sua ebraicità, l'unicità di Dio. Poi afferma anche che il rapporto con “l'unico Dio e Signore” si fonda sull'amore. Un amore esclusivo che non vuole concorrenze: Dio vuole essere amato da noi “con tutto il cuore, e con tutta l'anima, e con tutta la mente, e con tutta la forza". Se vuoi amare Dio lo devi amare con tutto te stesso, perché l'amore vero richiede l'unità del cuore e della mente, l'integrità di tutta la persona.

Ma questo amore integrale che Dio esige per sé, diventa in te l’impulso, la spinta e la forza per farti amare gli altri. Ecco perché, come secondo grande comandamento , Gesù cita allo scriba Levitico 19: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Non si tratta di sentimentalismo, ma di vita e di scelte di vita. Una cosa che per Israele come per Gesù è chiara dall’inizio, è che l'amore per Dio e per il prossimo non dev'essere “a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (cfr 1 Gv 3,18). E non a caso nel libro del Levitico questo comandamento è circondato da una serie di regole su come amare “con i fatti” il prossimo; valga per tutte la bellissima norma della spigolatura: “Quando mieterete la raccolta della vostra terra, non mieterai fino all'ultimo angolo il tuo campo, e non raccoglierai ciò che resta da spigolare della tua raccolta; nella tua vigna non coglierai i grappoli rimasti, né raccoglierai gli acini caduti; li lascerai per il povero e per lo straniero. Io sono il Signore vostro Dio” (Lev 19, 9 s.).

Ma nei due “grandi comandamenti” della risposta di Gesù allo scriba non c'è soltanto l'amore verso Dio e quello verso il prossimo. C'è un terzo tipo di amore, l'amore “verso se stessi”: “Ama il tuo prossimo” - così infatti dice il Levitico - “come te stesso”. Per amare il mio prossimo, devo prima amare me stesso. Dobbiamo insomma essere tolleranti nei confronti degli altri, trovare tempo per loro e nutrire per loro interesse e simpatia; e dobbiamo anche desiderare profondamente il bene degli altri, come lo desideriamo per noi stessi. In fondo, si tratta di vivere la cosiddetta “regola d'oro” del Sermone sul monte: “Tutte le cose che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti” (Matteo 7, 12).


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