Culto 02/08/2020 - Nona dopo Pentecoste

di Ruggero Marchetti pubblicato il 31/07/2020 23:03:13 in culto 353

Numeri 6, 22 - 27

Il Signore disse ancora a Mosè: «Parla ad Aaronne e ai suoi figli e di’ loro: “Voi benedirete così i figli d’Israele; direte loro: Il Signore ti benedica e ti protegga! Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace! Così metteranno il mio nome sui figli d’Israele e io li benedirò».

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article Noi abbiamo battezzato Samuele, e così abbiamo fatto memoria di un evento, unico e irripetibile della storia umana e di quella di Dio: la morte e la risurrezione di Gesù; la straordinaria, impensabile, scandalosa decisione che il Padre ha messo in atto quando ha voluto che il suo Figlio Unigenito portasse “i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce”, e per questo subisse la passione e la morte, e lo ha poi richiamato alla vita per la nostra salvezza,”affinché morti al peccato, vivessimo per la giustizia” (cfr 1 Pietro 2,24); ed in quell’unico e irripetibile evento di salvezza abbiamo inserito direttamente Samuele, che così, proprio per quello che oggi, pur senza rendersene conto, ha vissuto, grazie a voi genitori e padrini, al ministero della chiesa, e soprattutto grazie a Dio che lo “ha amato per primo” (cfr 1 Giovanni 4,19), quando lo saprà dire, potrà dire: “Gesù è morto e risorto per me, proprio per me! Io nel battesimo ho preso direttamente parte al suo Venerdì santo e alla sua Pasqua”.

Ma oggi abbiamo anche benedetto Samuele, e la benedizione si pone su un livello diverso rispetto al battesimo: non è legata alla morte e risurrezione di Gesù, ma piuttosto alla nostra condizione umana. Abbiamo udito come in Genesi 2 il Signore Dio abbia “formato l’uomo dalla polvere della terra” e gli abbia “soffiato nella narici un alito vitale”, e “l’uomo è diventato un anima vivente”. Tutti e tutte viviamo perché, da Adamo in poi, “il Signore Iddio” non cessa di soffiare in ciascuno di noi, per tutto il tempo della nostra esistenza, quel suo “alito vitale”, che è alla base di ogni vita apparsa e tramontata in questo mondo.

Nella Bibbia questa azione divina in noi senza la quale non può esserci vita, viene indicata con la parola “benedizione”, che allora non è affatto una realtà solo spirituale, ma è una realtà concreta, potremmo quasi dire “materiale”: la benedizione è infatti promessa, garanzia, forza di vita, è salute ed è fecondità. Ma proprio perché procede da Dio, ecco che la benedizione, scaturita com’è dal Dio tre volte Santo, è essa stessa “santa”, viene a noi dalla sfera di Dio. E così la benedizione entra nel culto. Così c’è, prima nell’Antico Testamento e poi nel Nuovo, un legame molto forte tra culto e benedizione, perché nel culto, il credente incontra Dio come colui che crea e dona la vita e la salvezza, e riceve la benedizione che garantisce la vita, e così conserva il mondo.

Ecco perché noi oggi abbiamo non solo battezzato, ma anche benedetto il vostro e nostro piccolo Samuele: dopo averlo inserito nella vita che nasce dalla morte e risurrezione di Gesù, lo abbiamo anche inserito nel flusso di vita che scaturisce dalla benedizione di Dio.

Il pastore


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