Culto 07/06/2020 - Trinita'

di Ruggero Marchetti pubblicato il 06/06/2020 22:39:31 in culto 386

Genesi 18, 1 – 15

Il Signore apparve ad Abraamo alle querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della sua tenda nell’ora più calda del giorno. Abraamo alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano davanti a lui. Come li ebbe visti, corse loro incontro dall’interno della tenda, si prostrò fino a terra e disse: “Ti prego, mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo! Lasciate che si porti un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e riposatevi sotto quest’albero. Io andrò a prendere del pane e vi ristorerete, poi continuerete il vostro cammino, poiché è per questo che siete passati dal vostro servo”. Quelli dissero: “Fa’ pure come hai detto”. Allora Abraamo andò in fretta nella tenda da Sara e le disse: “Prendi subito tre misure di fior di farina, impastala e fa’ delle focacce”. Poi Abraamo corse alla mandria, prese un vitello tenero e buono e lo diede a un suo servo, il quale si affrettò a prepararlo. Prese del burro, del latte e il vitello che era stato preparato, e li pose davanti a loro. Egli se ne stette in piedi presso di loro, sotto l’albero, e quelli mangiarono.

Poi essi gli dissero: “Dov’è Sara, tua moglie?”, Ed egli rispose: “È là nella tenda”. E l’altro: “Tornerò certamente da te fra un anno. Allora Sara, tua moglie, avrà un figlio”. Sara intanto stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, che era dietro di lui. Abraamo e Sara erano vecchi, ben avanti negli anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle donne. Sara rise dentro di sé, dicendo: “Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? Anche il mio signore è vecchio!”. Il Signore disse ad Abraamo: “Perché mai ha riso Sara, dicendo: - Partorirei io per davvero, vecchia come sono? -. Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore? Al tempo fissato, l’anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio”. Allora Sara negò, dicendo: “Non ho riso”, perché ebbe paura. Ma egli disse: “Invece hai riso!”.

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article Il cuore di questa pagina non sta nella sua prima parte, tutta animata dalle corse frenetiche di Abramo per accogliere al meglio gli ospiti misteriosi. Già dall’accelerazione che c'è stata dopo la “calma piatta” dell’inizio, noi intuiamo che sta per accadere qualcosa d’inatteso e d’importante. E quel “qualcosa” accade infatti nella seconda parte, là dove tutto cambia.

Cambia, anzitutto, il ritmo: si fa più lento, quasi solenne. E soprattutto cambia il protagonista. L’iniziativa non è più di Abramo, che si limita adesso ad ascoltare l’annuncio che gli è rivolto: “Tornerò certamente da te fra un anno, e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio”.

Col passare degli anni, credere a promesse tante volte ripetute e mai adempiute, si fa sempre più difficile. Abramo e Sara, più che vecchi ormai sono cadenti, e anche solo pensare che possano insieme concepire un figlio e lei possa portare a compimento una gravidanza, è semplicemente assurdo. E allora - come nel suo precedente incontro col Signore, di fronte all’ennesima promessa che da sua moglie avrebbe avuto una discendenza, Abramo s’era prostrato con la faccia a terra e aveva riso e detto nel suo cuore: ”Nascerà un figlio da un uomo di cent’anni? E Sara partorirà ora che ha novant’anni?” (cfr Genesi 17, 17) – adesso è proprio lei, proprio Sara, a ridere dietro alla tenda che la separa da quegli strani ospiti. E in questo modo esprime lo sconcerto di chi si sente in qualche modo schernito… perché, quando uno ti propone come possibile ciò che invece è impossibile, cos’altro fa se non farsi beffe di te?

Ma al riso sconcertato di Sara, e al silenzio non meno sconcertato di Abramo, alla loro umanissima ritrosia a credere a quell’impossibile appuntamento “di lì a un anno”, s’oppone la disarmante domanda del Grande Sconosciuto: “Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore?”.


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