Culto 05/04/2020 - Palme (in tempo di coronavirus)

di Ruggero Marchetti pubblicato il 04/04/2020 23:37:42 in culto 513

GIOVANNI 12, 12 – 19

Anche quando muore, il Figlio di Dio resta Dio, e cioè il Signore della vita: la morte non può nulla contro di lui.

thumbnail article“In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). Così, subito dopo il suo ingresso a Gerusalemme, Gesù risponderà ai “greci” che volevano vederlo e parlare con lui. E così parla a noi. Ci spiega il significato del suo ingresso trionfale e solitario, degli osanna” e dell'incomprensione dei discepoli, dell'ammirazione di tanti e dell'odio di chi conta.

Egli è il chicco di grano caduto nella terra. Ma se quel chicco si lascia spogliare del suo guscio, se si lascia penetrare dai sali del terreno, allora la sua morte è l’inizio di qualcosa di nuovo. Piano piano nel buio della terra divamperà una forza, dal seme devastato nascerà nuova vita! E quella vita saprà aprirsi un varco, perforerà la terra e spunterà all’aperto e troverà la luce, si farà filo d'erba e spiga d'oro e darà nuovi semi, darà frutto di vita: sarà farina e pane. Così farà Gesù: “Io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me”. E Giovanni precisa: “Così diceva, per indicare di quale morte doveva morire” (Gv 12, 32-33).

Dalla Domenica delle palme al Venerdì santo il passo è breve. La croce del “Benedetto che viene nel nome del Signore” ci parla di un Dio che ci ha amato fino al punto da lasciare innalzare suo figlio su una croce, a soffrire e morire per donarci nuova vita. Ma dopo il Venerdì santo c'è la Pasqua: colui che è stato innalzato sulla croce, si innalzerà davanti a tutti noi dall'abisso della morte che con noi ha condiviso. Sarà la gloria della risurrezione.

Dagli “osanna” di oggi, guardiamo già alla croce di Gesù come al luogo della sua morte che ci salva, là dove ci ha attirati tutti a sé per condividere il suo amore con noi. Ci sarà più facile ringraziare lo scandaloso, meraviglioso Dio che ha manifestato al mondo l'incredibile grandezza del suo volerci bene sino in fondo, sino a dare alla morte il proprio Figlio per darci la pienezza della vita.

Il pastore

Marco 14, 53 - 72

Signore Dio, il giorno della sua passione, tuo Figlio ha subito gli scherni e gli oltraggi, è stato abbandonato dai suoi e rinnegato. Ti preghiamo: perdonano anche noi, perché anche noi lo abbiamo rinnegato. Preservaci dal vergognarci di lui che ha donato la sua vita per noi. Fortificaci nella tua grazia, perché accettiamo con umiltà e coraggio il combattimento a cui egli ci chiama. Esaudiscici, per amore del suo nome. Amen.

Marco 15, 1 - 20

O Dio, nella tua compassione, tu consegni tuo Figlio per salvare i peccatori. Rendici attenti al racconto di un così grande mistero. Che in presenza del Salvatore condannato e flagellato, il ricordo delle nostre colpe ci riempia di un vivo ravvedimento che ci faccia morire al peccato e vivere nella grazia che egli ci ha acquistato con la sua passione, a gloria del tuo santo nome. Amen.

Marco 15, 21 – 41

Dio eterno e onnipotente, tu ti sei sacrificato te stesso nel tuo Figlio per la salvezza del mondo, quando lo hai consegnato per noi sulla croce., e così hai portato al pieno compimento l’amore con cui ci hai amato dall’inizio. Accordaci di riconoscere e di adorare quest’amore più forte della morte. Donaci di morire a tutto ciò che ci separa da te per appartenerti tutti i giorni, nella comunione con Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.


Il culto solo con la traccia audio.

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