Culto 01/07/2018 - 6° dopo Pentecoste

di Ruggero Marchetti pubblicato il 01/07/2018 23:14:36 in culto 353

Genesi 12, 10 - 13 , 18

Abramo disse a Lot: "Ti prego, non ci sia discordia fra me e te, né fra i miei pastori e i tuoi pastori, perché siamo fratelli! Tutto il paese non sta forse davanti a te? Ti prego, separati da me! Se tu vai a sinistra, io andrò a destra, se tu vai a destra, io andrò a sinistra".

Un pensiero dalla predicazione

I nostri due racconti hanno in comune il problema sempre attuale e critico dell’essere umano alle prese col potere: nel primo racconto, in Egitto, Abramo si preoccupa di come sopravvivere di fronte alla probabile libidine del potente di turno che vuole godere di ogni donna avvenente; nel secondo, nel paese di Canaan, la crisi sorge a proposito di greggi e di pascoli. Nella prima vicenda si dimentica di Dio e si comporta in maniera vigliacca; nella seconda invece agisce in modo nobile perché, dopo che in Egitto Dio l’ha tirato fuori dai guai, ha imparato a non dubitare della sua promessa.

Noi credenti d’oggi ci troviamo, proprio come Abramo, a dover decidere sull'importanza della promessa di Dio nel concreto della nostra vita e ad agire di conseguenza. Ci troviamo cioè a dover scegliere fra la paura e l’aggressività (che della paura è sempre figlia) legate alla sensazione di scarsità, e la liberalità di chi affida se stesso ed ogni cosa alla promessa divina... a scegliere cioè in definitiva, fra un crudo realismo ed una fede coraggiosa.

Sempre però nella consolante certezza che poi alla fine non è la nostra scelta che decide le cose e non è nemmeno la nostra fede, che pure ha una grande importanza nel determinare i nostri comportamenti: l’Abramo che lascia a Lot la libertà di scelta ci appare ben più grande dell'Abramo furbastro dell’Egitto... È stata la fede di Dio, la sua fedeltà, che non viene meno neanche di fronte alla nostra meschinità, a liberare Abramo dalle grane dell'Egitto e a fargli dono della generosità nei confronti del nipote per la quale lo ammiriamo. E, come per lui, la fedeltà di Dio è decisiva anche per noi...

Insomma, se dobbiamo sempre sentire la responsabilità che ogni volta abbiamo verso gli altri (quando leggiamo quello che è successo ad Abramo in Egitto, non possiamo e non dobbiamo dimenticare che, a causa delle sue bugie, Abramo, chiamato ad essere una "fonte di benedizione per tutte le famiglie della terra", di fatto è stato invece una sorta di "fonte di maledizione", perché per liberarlo Dio ha dovuto colpire con "grandi piaghe" il faraone e la sua casa), però alla fine – lo ripeto ancora - quali che siano le nostre decisioni o indecisioni, è Dio che vigila sempre e comunque su ciascuno di noi… come abbiamo oggi letto nella Seconda lettera a Timoteo 2,13: "Se manchiamo di fede, Dio rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso".


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