Culto 19/01/2020 - Seconda dopo l’Epifania

di Ruggero Marchetti pubblicato il 19/01/2020 15:59:27 in culto 422

1 Corinzi 1, 1 – 9

Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro: grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.

Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo, in modo che non mancate di alcun carisma, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, perché siate irreprensibili, nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro.

Un pensiero dalla predicazione

thumbnail article “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza”.

C’è qui per noi una grande, consolante verità. Paolo non ringrazia Dio perché a Corinto sono stati operati dei prodigi. Non lo ringrazia neanche per l’amore e la concordia che legano i Corinzi fra di loro e li legano a lui. Non lo può fare, perché non è così. Già subito dopo il saluto iniziale, dovrà affrontare il tema delle divisioni che spaccano in fazioni quella comunità. E dovrà poi anche parlare di tutta una serie di problemi che ci rendono chiaro che quegli antichi cristiani non erano davvero – come già abbiamo detto – “santi da calendario”, ma piuttosto testardi peccatori.

Ma perché allora Paolo ringrazia Dio in queste prime righe della lettera? Non lo fa per una sorta di pia ipocrisia. Paolo ringrazia dal profondo del cuore, perché – come abbiamo ascoltato appena adesso ce n’è ogni motivo: “In Cristo Gesù” quei poveri cristiani peccatori di Corinto sono “stati arricchiti di ogni cosa”, ed in particolare, ”di ogni dono di parola e di ogni conoscenza”.

Sì, a Corinto è stata annunciata la Parola. Ed alcuni abitanti di quella grande città portuale nota nel mondo antico per la sua corruzione, hanno creduto in quella Parola, ed è nata una chiesa. E questa chiesa “creatura” della Parola, ora ne è anche la “serva” e la “testimone”: pur con tutte le sue umane contraddizioni e infedeltà, vive della Parola e la annuncia a chi non la conosce ancora per chiamare a Cristo sempre nuove persone… sempre nuovi discepoli e discepole.

Per questo si deve ringraziare, per questo è bello ringraziare: la Parola di Dio è presente e vive e agisce in Corinto! E come già all’inizio di ogni cosa, quando non c’era ancora neanche il tempo, quella Parola “crea”. È potenza e armonia, è il senso della vita, è il dono di un futuro… è speranza contro ogni paura… È davvero benedizione… vera “grazia” e vera “pace” offerta da Dio agli uomini.

Quella “grazia” e quella “pace” che li “renderanno saldi fino alla fine... fino al giorno del Signore nostro Gesù Cristo”, quando ogni cosa sarà fatta nuova. Sì, come dirà poi Paolo a quegli infantili, poveri Corinzi che litigano fra loro per le piccole cose, senza rendersi conto della straordinaria ricchezza di cui Dio li ha colmati proprio col dono della sua Parola: “Tutto vi appartiene … il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future, tutto è vostro! E voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio!” (cfr 1 Corinzi 3, 21-23).


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